lunedì 19 gennaio 2015

Il gelsomino notturno di Giovanni Pascoli

Il Gelsomino notturno fu composta da Pascoli nel 1901  per le nozze dell'amico Raffaele Briganti, ma l'ideazione è degli anni 1897-98. Il poeta la inserì nella prima edizione dei Canti di Castelvecchio (1903).






Il gelsomino  notturno 


E s'aprono i fiori notturni,
nell'ora che penso a' miei cari.
Sono apparse in mezzo ai viburni
le farfalle crepuscolari. 


Da un pezzo si tacquero i gridi:
là sola una casa bisbiglia.
Sotto l'ali dormono i nidi,
come gli occhi sotto le ciglia.


Dai calici aperti si esala
l'odore di fragole rosse.
Splende un lume là nella sala.
Nasce l'erba sopra le fosse.


Un'ape tardiva sussurra
trovando già prese le celle.
La Chioccetta per l'aia azzurra
va col suo pigolio di stelle.


Per tutta la notte s'esala
l'odore che passa col vento.
Passa il lume su per la scala;
brilla al primo piano: s'è spento . . .


È l'alba: si chiudono i petali
un poco gualciti; si cova,
dentro l'urna molle e segreta,
non so che felicità nuova. 



Per commentare questa poesia-manifesto del simbolismo pascoliano possiamo ricorrere alla pagina del sito Fareletteratura, che fornisce una parafrasi,  un'analisi, un commento realmente esaustivi.

Ecco la url
http://www.fareletteratura.it/2013/09/23/analisi-del-testo-il-gelsomino-notturno-di-giovanni-pascoli/